sabato 25 agosto 2012

FONDUTA di ZUCCHINE alla MENTA e PINOLI con DADINI di EMMENTAL e PANE al SESAMO



A NEBBIA

Quella notte decisi che saresti stato tu, piccolo mio, in mezzo a tutti loro, bellissimi e bisognosi, saresti stato tu. Non ho scelto io, in realtà, sei stato tu a scegliere me. Con quella foto che era più potente di mille parole, quella tua aria da teppista dal cuore tenero, il tuo pelo sporco e arruffato che raccontava del tuo -breve- passato da vagabondo. E dall'altra parte dello schermo io, che desideravo solo prenderti in collo e accarezzarti, sentirti vicino e prendermi cura di te. E quel viaggio verso il canile di Furbara  mi sembrava interminabile mentre mi sentivo emozionata come una bambina in quella sera buia e fredda di febbraio; stavo venendo a prendere te, cucciolino, perché qualcuno ti aveva abbandonato, e nessuno ti aveva voluto. E ora ci sarei stata io per te e tu per me. Non scorderò mai la prima volta che ti ho preso in braccio, col tuo pelo lanoso  e tigrato, i tuoi occhietti vispi e la curiosità di chi si affaccia alla vita con entusiasmo. 
Siamo cresciuti insieme da allora, non senza difficoltà, imparando a darci fiducia l'un l'altra, adattando le nostre esigenze e i nostri orari, condividendo il nostro piccolo spazio e la nostra vita. Mi piace guardarti mentre dormi a pancia all'aria, mi piace come osservi il mondo con le tue mille espressioni, i modi diversi che hai di guardare le cose e quello che ti accade attorno. Hai lo sguardo intelligente di chi capisce ciò che gli viene detto. 
A te che sai sempre come mi sento. A te che al risveglio ti metti ogni volta "come piace a mamma", spaparanzato con le zampe a rana perché vuoi che ti gratti sopra la coda, e mi guardi come a dire: "sono stato bravo?". A te che ascolti, rifletti e poi valuti, perché non sei un suddito ma un compagno di vita con il suo carattere e la sua capacità di scelta. Anche a rischio di farmi arrabbiare e questo mi piace di te, perché alla fine ogni volta mi strappi un sorriso. A te che mi gratifichi con il tuo sguardo che ride ogni volta che sei contento perché facciamo qualcosa di bello insieme, quello sguardo che mi arriva direttamente al cuore e che è solamente, meravigliosamente, esclusivamente per me.
E' grazie a te che ho imparato prendermi il mio tempo, a camminare nel silenzio di un parco con i colori delle stagioni, a cercare nuovi posti da esplorare insieme, a sapere di averti accanto senza costrizioni, solo perché hai deciso di stare con me. 
Anche se hai fatto a pezzi il letto dei miei quando avevi cinque mesi. Anche se hai mangiato libri, occhiali, agende, portafogli, scarpe, ciabatte... anche se eri così furbo da farti bastare cinque minuti senza sorveglianza per combinare un pandemonio. Perché è stato così bello capire che eri cresciuto e che non avevi più bisogno di affermare la tua presenza facendo danni, sapere che quando sei solo a casa sei sereno perché al mio ritorno faremo cose bellissime insieme come stare sotto la pioggia incuranti del freddo e senza l'ombrello, come stare sdraiati su un prato verde sapendo che nessuno si avvicinerà se io non lo voglio perché in quel momento sei tu che ti prendi cura di me e mi sorvegli, come starsene semplicemente io e te sul divano, la tua testa appoggiata a me e il corpo abbandonato. 
Amo i ritmi delle nostre giornate, amo la tua voce che mi chiede le cose facendosi perfettamente intendere, amo quando c'è gente e fai il buffone, amo la tua capacità di controllarti in mezzo agli altri cani anche se so quanto è dura per te a volte, amo quando ti "metti in posizione" e salti da fermo per prendere il sasso, la tua coda gioiosa, il tuo emozionarti per quello che ti dico succederà, la tua presenza che riempie la stanza e la mia vita. 


Grazie Nebbia, perché la mia vita senza di te non sarebbe stata la stessa. 

Celeste mi ha "scelto" per questa foto su internet...non sono bellissimo?

...quanto è bello fare le gite...
...mi camuffo tra l'erba alta...


...mi metto ogni mattina "come piace a mamma"...

Per la presentazione di questa ricetta mi sarebbe piaciuto utilizzare l'apposito contenitore per la fondue bourguignonne, che tramite la fiammella al di sotto avrebbe mantenuto calda la fonduta di zucchine permettendo l'immersione dei pezzettini di formaggio e di pane con i bastoncini dedicati. Io non ce l'ho ma se la possedete è un'idea molto carina e che si sposa benissimo a questa ricetta. 

INGREDIENTI:

( per 2 persone )

- 600 g di zucchine chiare
- brodo vegetale
- 250 ml di latte intero
- 50 g di pinoli sgusciati
- olio evo
- pepe nero
- una decina di foglie di menta fresca
- fette di pane ( non fresco )
- semi di sesamo
- emmental







Scaldare qualche cucchiaio d'olio in un tegame, aggiungere le zucchine tagliate a dadini, salare, lasciar rosolare qualche minuto dopodichè coprire con il brodo vegetale bollente, aggiungendo le foglie di menta e i pinoli ( conservare qualche foglia di menta e alcuni pinoli per guarnire ). Lasciar cuocere finche le zucchine non saranno morbide e il brodo si sarà ritirato quasi del tutto, spegnere il fuoco e frullare. Aggiungere il latte bollente e rimettere sul fuoco per qualche minuto.
Ricavare dei quadratini da una fetta di pane imburrato da entrambe le parti e alta un centimetro, passare i quadretti nei semi di sesamo e arrostirli in una padella calda finche non saranno coloriti. Tagliare a dadini l'emmental.
Al momento di servire riscaldare la fonduta di zucchine, guarnire con un filo di olio crudo, una spolverata di pepe nero macinato al momento, una manciatina di pinoli, qualche foglia di menta e accompagnare con i dadini di pane e di emmental. 

lunedì 20 agosto 2012

AGOSTO


Siamo rimasti in pochi. Ormai le serrande sono quasi tutte abbassate, sono partiti tutti e la città è deserta,  svuotata del consueto trambusto e silenziosa nella calura estiva. Un tempo sospeso, affine all'aria immobile delle ore diurne e leggero come la brezza lieve che ogni tanto si alza la sera, quando per strada si possono contare i minuti tra un'auto e l'altra e i gatti attraversano tranquilli. E girando l'angolo le lucciole brillano inosservate, in fondo a quella viuzza di cui pochi conoscono l'esistenza. Agosto in città per pochi privilegiati, che possono godersi piccoli lussi privati sconosciuti alle masse. Agosto vuol dire trovare sempre posto sotto casa. Riscoprire il piacere di scambiare due chiacchiere con chi come te non è partito, che si lamenta pubblicamente ma che nel silenzio di casa propria si confessa in realtà un gran sollievo. 
Inaspettate opportunità e scoperte di nuovi intrattenimenti ai quali non avresti pensato.
Agosto è casse sgombre al supermercato. 
E' una cena organizzata in fretta con chi è rimasto in città, con chi non vedevi da tempo, è pomodori e pane fresco e cocomero e carte, è una cena in terrazza sui colli bevendo vino fresco, senza un pensiero a turbare la mente. 
Agosto è prendere un treno e camminare per il centro di una città vicina, facendo shopping rilassato e superscontato da chi è rimasto aperto.
Agosto è chiudersi in casa, con le tapparelle abbassate e la luce che filtra pigra, leggendo un libro sdraiata sul pavimento senza sentire il rumore del traffico. Solo qualche portone che sbatte, un cane che abbaia lontano, due anziane signore che camminano con la busta della spesa.










Mi è sempre piaciuto e mi è sempre capitato di restare in città fino alla fine di agosto, da quando ero piccola. E ogni volta mi sono inventata situazioni per allietare le mie giornate e quelle di chi come me non era via. Una gita col motorino al fiumiciattolo sui colli sopra casa, con gli amichetti dei miei quindicianni; una sagra fuori città a mangiare cocomero nel fresco di una sera; partite a trivial in un  nuvoloso pomeriggio domenicale, dove rinchiusi in casa ci godevamo il ristoro di un ventilatore. Camminare al parco nel tardo pomeriggio, incontrando chi dalle ferie è già tornato e chi deve ancora partire, chi non parte proprio e chi è vacanza lì a Firenze. I nostri cani, con i quali condividiamo ogni momento di queste ferie cittadine, che si rotolano nell'erba ormai secca, che giocano pigramente tra loro, che cercano lucertole sui vialetti asssolati. E tornare  a casa mentre i semafori sono tutti verdi, senza pensieri nella testa leggera in un tempo tutto tuo, dove non ci sono aspettative perchè è agosto, è domani è ancora lontanissimo.


Non senti che
Tremo mentre canto
E' il segno
Di un'estate che
Vorrei potesse non finire mai

( "Estate", Negramaro )



giovedì 16 agosto 2012

INVOLTINI di CARNE con SCAMORZA AFFUMICATA e POMODORI SECCHI


AGGIORNAMENTO: HO TOLTO LE FOTO... ERANO DAVVERO BRUTTE!! PERO' GLI INVOLTINI ERANO BUONISSIMI :)




LE PICCOLE COSE CHE MI RENDONO FELICE

L'odore delle mattine settembrine che risveglia ricordi di quando eri piccola. I piedi sull'erba. La tazza piena di latte freddo e cereali al mattino. Tornare a casa in auto alle otto di sera in estate, quando Nebbia mette la testa fuori dal finestrino dopo due ore di corse al parco. Aver voglia di sentire una canzone, cambiare stazione alla radio e beccarla. Chi ti dice grazie di cuore quando pensavi di aver fatto un'inezia. Il profumo delle brioche appena sfornate da un laboratorio notturno di pasticceria che non sai nemmeno dove sia ma che il vento trasporta fino a te. La parte fresca del letto in estate. Camminare senza una meta ascoltando musica con le cuffie. Un pezzo di cioccolato fondente a metà scalata di una vetta di alta montagna. Un'emozione condivisa. Comprare finalmente le scarpe o l'abito che avevo tanto sognato di indossare. Svegliarsi venti minuti prima della sveglia e realizzare che hai ancora un sacco di tempo per dormire. Un inaspettato lieto fine in un libro triste. Ricevere la chiamata della persona che stavi per chiamare. Il familiare odore di casa. Una risata fino alle lacrime. Risolvere gli incroci obbligati della Settimana Enigmistica. Il momento prima che inizi un film al cinema. I gatti che dormono abbracciati sul divano. L'uscita del nuovo libro di uno scrittore che mi piace. Il momento di passaggio tra le stagioni. Le persone del quartiere che mi salutano al mattino quando porto fuori Nebbia. Un complimento sincero. Trovare un bigliettino di un passato lontano in mezzo alle pagine di un vecchio libro. La colazione al bar alla partenza di una vacanza. Il mio sorriso nello specchio. 


Stasera cena espressa, tutta per me, perchè questi giorni sono ricchi e pieni e io mi sento bene... Un piatto veloce da preparare, semplice ma molto gustoso. Ho utilizzato il carpaccio di manzo per avere una cottura rapidissima e una carne che restasse tenera. Le dosi variano a seconda del numero di persone. 




INGREDIENTI:

- carpaccio di manzo 
- pomodori secchi sott'olio
- scamorza affumicata
- olio evo
- sale, pepe nero, farina

Appoggiare al centro di ogni fetta di carpaccio un pezzo di scamorza e un pomodoro secco, arrotolare la carne avendo cura di ricoprire interamente il ripieno, chiudere con uno stecchino e infarinare. Scaldare l'olio in un tegame, rosolare gli involtini su ogni lato dopo aver salato e ricoperto di abbondante pepe. Servire caldi. 




( Chiedo venia per le ultime foto che sto pubblicando, purtroppo la mia macchina fotografica fa i capricci e sto facendo le foto con l'ipod, per quello la risoluzione non è ottimale ) 







A felicidade è como a gota
De orvalho numa petala de flor
Brilha tranquila
Depois de leve oscila
E cai como uma lagrima de amor

( "A felicidade", Antonio Carlos Jobim e Vinicius de Moraes )






sabato 4 agosto 2012

la POMAROLA





DI AGOGNATE, DESIDERATE, SOSPIRATE FERIE 

Che ci fosse qualcosa che non andava avrei dovuto capirlo, dopo il primo sguardo. Quella persona mi aveva guardata storta, da capo a piedi, con una faccia un po' stranita e alla fine aveva accennato un breve sorriso, fra sè e sè. Allo specchio dietro i latticini e gli yogurt mi sono osservata in faccia e no, apparte le tracce di un risveglio di buon'ora non avevo niente di strano. I capelli erano più o meno a posto. Niente trucco, quindi impossibile che avessi qualche rigo buffo che mi sporcava il viso o che il caldo avesse sbavato il mascara conferendomi un'espressione da pierrot. Forse pensava di conoscermi, mi son detta, e rimuginava su chi fossi. Oppure vattelappesca, e ho continuato a fare la spesa come se niente fosse. Vagavo tra gli scaffali un po' spersa, osservando la gente come mio solito, finchè al banco degli affettati, in coda, di nuovo qualche sguardo incuriosito. Oddio. Perchè mi guardano così? Mi sembrava tutto a posto stamattina, non mi sembrava di essere diventata un alieno. Mi sono fatta la doccia, ho indossato un vestitino casto e semplice, la borsa non fa a cazzotti col colore dell'abito, ho scarpe basse e sobrie... ho scarpe basse...e sobrie... un semplice infradito... peccato che abbia indossato una scarpa di un tipo e una di un'altro!! 
E la conclusione è solo una: devo assolutamente andare in ferie!
( menomale che nonostante una fosse marrone con i pallini e l'altra nera con le borchiette erano perlomeno della stessa marca e di modello simile, pensate se fossi uscita con un sandalo tacco 12 e un anfibio... magari in quel caso me ne sarei accorta. O forse no? )



La pomarola, tipica salsa toscana per condire la pasta, viene preparata in genere verso fine luglio-primi di agosto, perchè i pomodori San Marzano, o i perini, hanno raggiunto la piena maturazione e sono quindi perfetti per preparare questo sugo. Se ne prepara di solito una bella quantità, che può essere messa in vasetti sotto vuoto e, se ben conservata, dura anche tutto l'inverno. E' consigliata comunque una ribollitura veloce quando si va ad aprire il vasetto, che -attenzione- deve aver mantenuto il tappo sotto vuoto. Io sono solita invasare a caldo riempiendo fino ad un dito dall'orlo del vasetto, appoggio sopra una fogliolina di basilico e copro il tutto con olio evo di buona qualità. Questo aiuta a garantire ulteriormente la conservazione. Tappo immediatamente e lascio freddare avvolta in canovacci. Se non va sottovuoto procedo con la bollitura.

Non indico volutamente le quantità degli ingredienti perchè variano a seconda della quantità di pomodori. Per circa 3 Kg di pomodori io utilizzo una cipolla rossa piccola, una carota piccola e una costa di sedano, un ciuffo di prezzemolo e qualche foglia di basilico, quest'ultimo lo aggiungo anche fresco al momento di condire la pasta. La pomarola che si ottiene è molto versatile, ideale per condire la pasta ma anche da utilizzare come base per qualsiasi tipo di piatto, melanzane alla parmigiana, uova al pomodoro, su fette di pane casereccio abbrustolite, carne alla pizzaiola...

INGREDIENTI:

- pomodori San Marzano
- cipolla rossa
- sedano
- carota
- prezzemolo
- basilico
- olio evo


Lavare bene i pomodori lasciandoli a bagno per liberarli dei residui di terra, tagliarli a metà o in quattro pezzi a seconda della grandezza e porli in una pentola sul fuoco affinchè buttino fuori tutta l'acqua. Lasciarli cuocere a fuoco lento per circa 15 minuti, finchè non saranno leggermente appassiti e abbiano rilasciato acqua. Nel frattempo tritare finemente gli odori e metterli in una casseruola con abbondante olio evo, aggiungere i pomodori scolati, salare e cuocere a fuoco lento per circa 40 minuti. Una volta cotta lasciarla raffreddare e passarla nel passatutto a buchi piccoli.  Per avere una salsa più densa rimetterla sul fuoco fino ad ottenere la consistenza desiderata.





I'm sorry that I hurt you
It's something I must live with everyday
And all the pain I put you through
I wish that I could take it all away
And be the one who catches all your tears
Thats why i need you to hear

I've found out a reason for me
To change who I used to be
A reason to start over new
And the reason is You

( "The reason", Hoobastank )



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