lunedì 21 maggio 2012

CRESPELLE di GRANO SARACENO con ASPARAGI FILANTI

C'era un abete altissimo dalle grandi fronde che stormivano al vento che su quel colle tirava spesso forte e impetuoso, che scuoteva i rami poderosi in inverno e nelle stagioni del sole li faceva muovere dolcemente, filtrando i raggi solari che lo attraversavano a nutrirlo e che lo avevano reso così vigoroso. Era un grande albero segnato dal tempo e dal passare delle stagioni, inverni pieni di neve che ne piegavano la chioma e primavere fresche che lo riempivano di gemme, e ancora estati e autunni da sempreverde, da immagine immutabile nel tempo. Un tempo che scorreva lento su quella collina pedemontana, dove la ragazza dalle lunghe trecce nere come le piume di un corvo e il suo cane striato vivevano lontani da tutti, dimentichi ormai della loro vita passata nel grigiore cittadino e nella frenesia di ore che si susseguivano uguali e stanche rendendoli infine così tristi che l'unica soluzione possibile fu la fuga. E lì, su quel colle incantato, avevano finalmente trovato la vita: lei disegnava e scriveva libri per bambini, pieni di storie di boschi e animali, di regni di fate e folletti, di fiori e di sogni. Il cane striato correva nei boschi e nei prati, si allontanava sempre per le sue avventure private, inseguendo uccelli e scoiattoli, bagnandosi nei fiumi freddi che scorrevano là intorno e poi tornava da lei, si sdraiavano al sole sull'erba verdissima e morbida e lei metteva la sua mano sul torace del suo amico, passando le dita su quel pelo morbido e ascoltandolo respirare. Quando era freddo e la neve copriva tutto col suo manto bianco, nelle sere buie dell'inverno freddissimo di montagna, stavano al caldo del piccolo fuoco del camino, dividendosi la coperta accoccolati sul tappeto, mentre lei leggeva e lui sognava le corse nei prati mentre dormiva, muovendo le zampe in piccoli scatti involontari.
Ogni volta che guardava fuori dalla finestrella che si affacciava sul colle vedeva il suo abete solitario, che sembrava salutarla col suo muoversi d'aghi e chiamarla quando una pigna cadeva a terra. Era il suo abete che non la lasciava mai sola, che era sempre lì a tenerle compagnia anche quando lo sguardo della ragazza si perdeva oltre, era lui che le ricordava che quella era Casa, che le faceva ombra quando il sole picchiava forte, che la riparava dalle gocce di pioggia quando un acquazzone improvviso sorprendeva lei e il cane striato nel ritorno dalle lunghe passeggiate. Lei appoggiava la mano sul tronco, ne assaporava il profumo, si soffermava un attimo con lui e poi correva in casa. Sapeva che lui, finita la pioggia, ci sarebbe sempre stato.


Sognando di monti e pace in un'alba bagnata di pioggia e guardando quell'albero gigantesco che mi fa compagnia quando lavoro. Lo vedo sempre lì, che osserva i numerosissimi passanti che affollano il viale che porta alla Maternità ma anche a tanti altri padiglioni meno lieti. Mi piace pensare che possa allietare le sofferenze dei malati con la sua presenza, sicuramente lo fa con me, mi dà una pace estrema soprattutto quando smonto dalla notte e lui è sempre lì a ricordarmi che i sogni non sono la vita ma che se smetti di sognare è come se tu smettessi di vivere.





Stasera crespelle calde per me, da una ricetta ripresa da un libriccino datato che aveva in casa mio fratello; ho apportato qualche piccola modifica e devo dire che questa volta anche un'ipercritica come me è rimasta soddisfatta: erano davvero cremose e buonissime!

INGREDIENTI:
( per 1 persona )

per le crespelle:
- 125 ml di latte
- 50 g di farina di grano saraceno
- 25 g di farina bianca
- 15 g di burro
- 1 uovo

per il ripieno:
- 350 g di asparagi
- 1 porro
- sottilette
- besciamella
- succo di limone
- olio evo
-  sale e pepe




Preparare le crespelle sbattendo l'uovo con un pizzico di sale, aggiungere le farine setacciate, diluire con il burro fuso freddo e aggiungere infine il latte freddo, sbattere con una frusta fino ad ottenere un composto omogeneo e senza grumi. Lasciar riposare l'impasto per qualche minuto. Scaldare una padellina adatta per le crepes, quando sarà sufficientemente calda versare un mestolo di pastella e cuocere da entrambe le parti fino a che non sarà bella colorita. Preparare così le crespelle fino ad esaurire il composto.
Sbollentare gli asparagi in acqua salata, scolarli e farli saltare in padella dove avrete fatto appassire il porro tagliato a rondelle sottili in olio evo. Far cuocere fin quando gli asparagi saranno belli morbidi, regolare di sale e pepe, spegnere il fuoco e irrorare il tutto con una bella spruzzata di succo di limone. Aggiungere qualche cucchiaio di besciamella ( per la ricetta cliccare sul link ) e mescolare bene.
Farcire le crespelle con il composto di asparagi a arrotolare, disporre le crespelle in una teglia imburrata, completare con qualche ricciolo di burro su tutta la superficie e alcune listarelle di sottiletta, passare in forno a 200° per circa 10 minuti. Impiattare e servire calde.





































The future's in the air

I can feel it everywhere
Blowing with the wind of change

( "The wind of change" Scorpions )



38 commenti:

  1. L'uccellino del disegno di quel libro di favole non è morto, tranquilli, è solo ferito, ma gli gnomi la sanno lunga ;)

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  2. Grazie per la precisazione.....e le tue crespelle mi ispirano un sacco!!!!

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    1. Ciao Ari, la precisazione era d'obbligo, figurati se in un libro di favole per bambini l'ucccellino lo fanno morire :)
      Nelle favole, per fortuna, il lieto fine esiste sempre ( o quasi ).
      Baci, stai meglio?

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  3. che bella favola... da un senso di serenità!!! immagino che a volte il tuo lavoro non sia per niente facile, chi svolge queste attività ha tutta al mia ammirazione!!! te le meriti proprio delle belle crespelle calde e cremose come queste, brava tesoro!!! un abbraccio

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    1. No, spesso non è facile, il carico emotivo con i neonati è altissimo ma si impara tanto da quelle piccole vite, dalle loro esperienze, si impara soprattutto a ridimensionare i propri problemi che a volte, in confronto, sono solo banalità.
      Un abbraccio a te e grazie :)

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  4. meravigliose queste crespelle!! Bravissima! Ne mangerei subito una ora ora... (e sono le 6.50 di mattina eh!!) ;D

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    1. Non mi scandalizzo mica, quando ero pischella e tornavo dalle mie incursioni notturne non disdegnavo pasta o zuppe avanzate dalla cena alle 5 di mattina :)

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  5. ciao Celeste, che bello il racconto dell'albero, leggendo pensavo già al peggio, pensavo che alla fine lo avessero tagliato invece per fortuna è ancora là.
    Ti dico questo perchè a casa mia c'era un bellissimo abete bianco ormai centenario, anche io stavo ore a guardarlo dal mio balcone, era pieno di uccelli, anche un picchio rosso, ora quell'albero lo hanno tagliato ed è stato come avessero tagliato una parte di me, ho sofferto tantissimo e volevo e voglio cambiare casa per questo motivo, sono passati un paio di anni da quando non c'è più ma quel vuoto rimane e rimarrà sempre.
    Sai che voglio farle anche io le crespelle al grano saraceno, non le ho mai assaggiate ma devono essere buonissime, come le hai fatte tu poi sono deliziose.
    un bacione
    sabina

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    1. Poveri alberi, vittime della smania di costruire, della frenesia dell'uomo di eliminare le cose belle della Natura. quando impareremo? Capisco che ti manchi, da noi per fare la tramvia hanno tagliato non so quanti alberi da un viale, alberi che erano lì da tanti anni e che nonostante lo smog resistevano e crescevano, facendo ombra e rendendo più decente il paesaggio della città.

      Queste crespelle le ho trovate davvero buone, poi si possono farcire come ci pare, anche dolci, il sapore è molto buono e con quelle dosi non puoi sbagliare. Grazie e un abbraccio a te ed Elsa dolce

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  6. Quanto mi piace leggerti... Mi regali un angolino di serenita' e pace:-) Mentre leggo mi immagino anche questo grande albero che ti saluta e si muove lentamente ...Io amo le favole e certe volte viaggio un po' troppo con la fantasia ma come hai detto tu che se smetti di sognare smetti di vivere.
    Le tue crespelle mi attirano molto anche perche' mi piace il gusto della farina di grano saraceno. un bacione
    P.S. io da piccola ero convinta che esistessero davvero gli gnomi.... Forse ci credo ancora;-)

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    1. Ma come, non esistono gli gnomi? Eppure mi pare proprio di averne scorto uno l'altra mattina, in mezzo agli alberi, giusto un istante e poi via ;)

      La fantasia ti apre la mente e ti rende libero.
      Grazie Ombretta, un abbraccio

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  7. Che bel racconto e che crepes, meravigliose!!! Questa ricetta te la rubo :-)

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    1. Ruba ruba, sono contenta, magari ne fai una versione tu e poi confrontiamo le idee.

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  8. Un racconto magnifico, di cui mi sono sentita, per un breve momento, protagonista, con un finale dolce e ricco di speranza... e una crèpe confortante, per scaldare anche il corpo, in questa strana primavera grigia che di soddisfazioni non ce ne dà poi molte...

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    1. Perchè è arrivata la primavera? Ieri al giardino ho detto a Nebbia che era novembre e che tra poco avrebbe ricevuto il suo regalo di Natale... ahah! Guai a chi quest'estate si lamenta per l'afa!
      Grazie Serena, quando andiamo a far shopping in centro?

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  9. Il racconto è bellissimo ma, scusa se sono prosaica, le crespelle al saraceno hanno calamitato maggiormente la mia attenzione!! Questa ricetta me la segno! E poi è veganizzabile! Yeaaahhhhhh!!!

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    1. Ahaha :) sono molto contenta che possa prepararle anche tu, magari anche per il breakfast salato del tuo B&B :) Spero che tutto proceda per il meglio, un bacetto a Joy dal cane striato qui accanto a me ;)

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  10. Ciao Celeste, già, l'albero ha distolto i più dalle crespelle e Titti è una "giusta" ;-), ho pensato che l'avessero tagliato quelmeraviglioso albero-amico ma non è così mentre, credo, le crespelle siano già finite, volate via assieme alle meravigliose striscioline di formaggio...

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    1. Tesoro mio l'albero c'è sempre e sempre ci sarà, nessuno lo taglierà perchè la ragazza dalle trecce non lo permetterebbe mai e poi mai! Le crespelle me le son divorate per cena e sai che mentre preparavo la ricetta mi venivi in mente tu? Le crespelle al saraceno della Libera, non so perchè :)
      Un abbraccio gigante ( vado a leggermi della gattina... )

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  11. Che bel racconto fantastico! Ottime le tue crespelle, mi piace questa versione col grano saraceno, brava!Ciao

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  12. Un racconto bellissimo, ma quelle crespelle sono deliziose!!!

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  13. Che belle parole... e quel libro sullo sfondo lo conosco bene, li ho tutti e sono meravigliosi, sai che le mie bomboniere le ho dipinte a mano copiando tutti i soggetti di quei libri?....
    Che bontà questa ricetta, rustica e golosa! Baci

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    1. Grazie Ely, è vero, Tony Wolf disegna davvero bene, le sue storie sono così belle...

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  14. Anche io ho una storia di albero a lieto fine.
    Dietro casa mia c'erano dei campi, poi hanno cominciato a costruire, case e strade, c'era un albero immenso che si trovava proprio nel mezzo di quella che sarebbe dovuta diventare una via. Tutti passando di la pensavano con tristezza che quel bell'albero sarebbe stato segato via.
    Invece no! ci hanno costruito intorno una rotonda dove girano le auto.
    Quella via ha un nome, ma per noi a Cesate è la "via dell'albero in mezzo". :DDDDDDD
    La crespella è buonissima, ma la storia del tuo albero le ha rubato la scena :))))

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    1. Questa sì che è una bella storia a lieto fine, se non altro una storia reale di rispetto per la natura, menomale!!

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  15. Non ho mai provato a farle con il grano saraceno.. Dopo questa tua ricetta mi hai fatto venire una voglia matta di provarle!!!!!!! :)
    E complimenti per il blog, mi sono unita così da poterlo seguire :)

    Giada

    http://sorbettoalimone.blogspot.it/

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  16. Ciao Celeste ho dato un'occhiata al tuo blog e ti dirò mi piace. E' ben curato. Buone queste cespelle. Io il gano saraceno non lo uso. Proverò. Mi farebbe piacere che tu passassi dal blog mio e di Mariangela. Ciao a presto.

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  17. Ciao Celeste, sono capitata per caso nel tuo blog e mi è piaciuto moltissimo il parallelo musica e cucina. Questa ricetta è veramente una delizia anche io amo moltissimo gli asparagi con le crepes ma non li avevo mai provati con hai fatto tu :) a presto!

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  18. amo gli alberi, spesso così maestosi e forti, sembra non debbano morire mai. Ho un mandorlo in giardino ed il tronco è talmente contorto che ci si riesce ad arrampicare agevolmente quasi fino alla cima. L'ho eletto "mio albero personale".
    Belle le tue crepes e la garanzia che sono davvero filanti... me le fa "sognare" ancora di più. Un abbracico

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    1. Mi piacerebbe tanto avere un giardino con un albero tutto mio, chissà che bello è il tuo mandorlo...
      Grazie Fausta, gli alberi mi danno pace e sicurezza.

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    2. anche a me, cara Celeste e non "disperare", un giorno, se vuoi, un bel giardino l'avrai anche tu (io ce l'ho solo dallo scorso anno... ed ho ben 52 anni! Prima abitavo in un condominio ed avevo un balcone di 3 metri quadri!!!).
      Un abbraccio (i "mi piacerebbe", se non parliamo di blog, a volte si avverano ;))

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  19. Ciao Celeste, un saluto dalla mia Celeste sempre più innamorata ed io più di lei ;-)

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    1. Ciao tesoro, sono tanto contenta per la "tua" Celeste, invece il mio Kebir sta male, è ricoverato, speriamo bene :(

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    2. Cuoricino, sai che Kebir e Celeste hanno lo stesso colore degli occhi? Un bacio e fammi sapere, incrociamo le dita...

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  20. Non trovo più Celeste..domani dovevo portarla dal vterinario :-(

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  21. L'ho trovata...ero proprio disperata :-)

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  22. Ciao Cara!
    Come stai?? IO é una vita che voglio fare le crespelle ma poi rinuncio sempre.. Ora vedendo questa delizia mi vien voglia di tuffarmici sopra! ahaha
    Magari le mangerei sul prato strepitoso che hai immortalato nel post dopo.. Mhm che gioia!!
    Un abbraccio

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