mercoledì 4 dicembre 2013

SALSA VERDE

Natale! Natale! Natale!
 
Allora è arrivato Natale, Natale la festa di tutti,
 
Si scorda chi è stato cattivo, si baciano i belli ed i brutti 

Si mandan gli auguri agli amici, scopriamo che c'è il panettone 

Bottiglie di vino moscato e c'è il premio di produzione. 

Astro del ciel, pargol divin, mite agnello re… 

Natale! Natale! Natale! 


È nato si dice poi fu crocifisso,
aveva diviso il mondo in due parti
e quelli che l'hanno trattato più male
son quelli che hanno inventato il Natale


C'è l'angolo per il presepio e l'albero per i bambini 

I magi, la stella cometa e tanti altri cosi divini 

I preti tirati a parata la legge racconta che è onesta 

Le fabbriche vanno più piano, insomma è un giorno di festa. 

Astro del ciel, pargol divin, mite agnello re… 

Natale! Natale! Natale! 


È nato si dice poi fu crocifisso,
aveva diviso il mondo in due parti
e quelli che l'hanno trattato più male
son quelli che hanno inventato il Natale

È festa persino in galera e dentro alle case di cura 

Soltanto che dopo la festa la vita ritornerà dura 

Ma oggi baciamo il nemico o quelli che passano accanto 

O l'asino dentro la greppia Natale il giorno più santo. 

Astro del ciel, pargol divin, mite agnello re… 

Natale! Natale! Natale!



Lo so, forse sembrerò patetica o banale, fintamente buonista e scarsamente credibile, ma mai come quest'anno mi sento di portare l'attenzione sulle bellissime parole di questa canzone del grande Pierangelo Bertoli. Vorrei davvero che fosse per tutti un Natale diverso, pervaso davvero da quei sentimenti di umanità e condivisione ormai davvero rari. Vorrei che si capisse l'importanza dell'amore e del rispetto, vorrei davvero che insieme, uniti dalla forza d'animo che sono convinta tutti abbiamo dentro, si potesse sconfiggere il marcio che ci fa stare così afflitti e che ci opprime ogni giorno. Vorrei che avessimo davvero la forza di lottare contro questo sistema, e mi metto in prima fila perchè alla fine mi piacerebbe davvero che le mie non fossero solo parole. Vorrei che in questi giorni di festa avessero tutti un pasto caldo, delle persone con cui festeggiare, un tetto sopra la testa. Vorrei che ognuno di noi conservasse quella ingenuità che possiedono i bambini, gli unici a non essere disillusi da come vanno le cose, gli unici che credono davvero nelle cose buone, che le vedono davvero.  Vorrei che fossimo tutti capaci di dare un valore "vero" al dare e ricevere, dimenticandoci dei soldi, del prezzo delle cose, dell'apparire, dell'avere ma concentrandosi sull'essere. Ecco, io voglio regalarmi questo, voglio regalarmi la capacità di potermi migliorare sempre, di essere quella che la mia esperienza e le persone che ho accanto mi hanno insegnato ad apprezzare. 







La ricetta di oggi si presta ai giorni di festa natalizi. Diffusa in tutta Italia per accompagnare il lesso e il bollito, la salsa verde si prepara in infinite maniere,  l'Artusi ad esempio utilizza cipolla e aglio e aggiunge anche un po' di basilico oltre al prezzemolo. Nelle svariate ricette che ho consultato sulla rete ho trovato l'utilizzo di sottaceti, pinoli, uovo crudo, limone e chi più ne ha più ne metta. Questa è la salsa verde come si fa a casa mia.


INGREDIENTI:

- un mazzetto di prezzemolo
- 1 fetta di pane casereccio raffermo senza crosta
- 1 uovo sodo
- 1 cucchiaino colmo di capperi
- aceto bianco
- 1 filetto di acciuga sott'olio ( o pasta di acciughe )
- olio evo

Tritare il prezzemolo nel mixer, aggiungere i capperi, l'uovo, la mollica precedentemente ammollata nell'aceto e strizzata, infine l'acciuga. Tritare bene il tutto ed emulsionare aggiungendo olio finchè non avrà assunto una consistenza cremosa. 












giovedì 21 novembre 2013

TORTA RUSTICA di PERE e CIOCCOLATO





E così è arrivato anche il freddo e da una parte dico menomale, c'era voglia di maglioni e soprattutto di cappelli, che aspettavano numerosi nell'armadio. C'era voglia di zuppe calde, di film sul divano col plaid, di aria pungente al mattino e quell'odore tipico che solo l'inverno possiede. Mi ricorda i pomeriggi delle elementari, quando uscivo da scuola e l'aria si faceva già più scura, tornavo a casa a fare merenda e poi disegnavo o giocavo, immersa nei miei pensieri che già all'epoca ricordo essere numerosi. Più che altro contorti, forse più grandi di me per l'età che avevo o forse li ricordo così ma erano solo pensieri di bambina. Ci sono sensazioni che non riesco ad evocare a richiesta ma che arrivano improvvise, portate da qualche odore o da un sapore, da un ricordo indistinto, da un colore o da un'immagine. E a volte cerco di afferrarle ma sono così nebbiose che si lasciano assaporare solamente così, nella loro forma vaga, così, tanto per farmi scervellare e tenere allenato il mio cervello. Perchè nei cassettini del mio cervello è tutto conservato, forse un po' in disordine, come la mia casa dopo qualche giorno che non rimetto a posto. Forse è proprio perchè sono in disordine che quando riesco ad acchiapparne qualcuno di quelli tosti, di quei ricordi che si portano dietro una caterva di sensazioni-sentimenti, è così emozionante. Chiudo gli occhi e me li godo tutti. 
In questi giorni la mia attività onirica ferve più del solito, sogno quartieri indiani nella mia città, viaggi insoliti e improbabili, affollamenti di persone. Saranno tutti i noodles che mi sto cucinando in questo periodo? Mah! 
E così ho lasciato fluire i miei pensieri senza freno, come mi venivano fuori, per condividerli con voi, come sempre. 




Oggi un dolce tipicamente autunnale, il classico abbinamento cioccolato e pere in una versione semplice dal sapore e dall'aspetto rustico. Per la ricetta ho preso ispirazione da un libretto abbinato ad una rivista di circa dieci anni fa della quale non so il nome, rivisitata a mio gusto ( ho omesso un bicchierino di cognac dall'impasto, la scorza di limone ed ho aggiunto il cioccolato ). 

INGREDIENTI:

- 300  g di farina
- 150 g di zucchero bianco
- 3 uova
- 100 g di burro
- 1 bustina di lievito per dolci
- 4 pere Williams
- 100 g di cioccolato  fondente
- un paio di cucchiai di zucchero di canna

Unire in una terrina la farina setacciata allo zucchero, aggiungere le uova leggermente sbattute e mescolare bene con una frusta a mano. Far fondere il burro e aggiungerlo tiepido all'impasto, assieme al lievito e un pizzico di sale. Si formerà un impasto di consistenza abbastanza granulosa. Aggiungere due pere tagliate a dadini e il cioccolato spezzettato. Versare l'impasto in una teglia di 26 cm di diametro imburrata e infarinata, distribuendo e livellando  l'impasto per tutto il fondo; disporre le altre due pere tagliate a fettine sopra l'impasto, cospargere la superficie di zucchero di canna e infornare a 200°C per circa 30 minuti. 









P.S. Non ho potuto fare foto alla torta tagliata perché era una torta di compleanno da portare alla mia amica  Marzia. 

mercoledì 6 novembre 2013

TRADITIONAL IRISH CARROT SOUP



E' passato davvero tanto tempo dall'ultima volta che ho scritto, dall'ultima volta che mi sono dedicata del tempo per godere di questo spazio. Nel frattempo però, ovviamente, il tempo non si è fermato ed ha lasciato spazio ad innumerevoli storie, inaspettati eventi, ulteriori crescite. La mia vita si è colorata di nuovo, il verde e l'azzurro che riempivano i miei occhi e il mio spirito a fine estate si sono trasformati in sfumature giallo-arancio, i colori dell'autunno che tanto riposano, che tanto coccolano, assieme ai primi maglioni da tenere aperti su una camicia oversize. Giorni di letture, di riorganizzazione di spazi e tempi, di nuovi progetti e sogni che si spalancano nelle nostre vite.
E' stato bello affacciarmi ogni tanto e vedere che non mi avete dimenticata, che quei legami che mi ha regalato questo mio piccolo regno non si sono spezzati. E' anche per questo che oggi è ancora più gioioso poggiare le dita sui tasti e regalarmi questo momenti. Vi dico grazie. E condivido con voi questa ricetta che mi ha innamorata nel mio bellissimo viaggio in Irlanda, un viaggio che credo sia stato determinante per la mia vita e per la mia relazione. 
Le soup in Irlanda sono un must, in ogni locale sul menù era presente la soup of the day, in genere di verdure, che più di una volta mi sono gustata. Visto il clima irlandese è comprensibile, una zuppetta del genere ti rimette proprio al mondo. La mia preferita in assoluto è stata la Carrot Soup, ricetta che vi propongo perchè di semplice preparazione e sicura riuscita!




Per la ricetta ho preso ispirazione da questo sito, il sapore è esattamente lo stesso che ho avuto il piacere di assaggiare dopo quel famoso bagno nell'Oceano, in un caldo ristorantino sulla spiaggia. Un posto davvero suggestivo ed un gusto che scaldava l'animo, oltre al corpo. 


INGREDIENTI:

- 1 kg di carote
- 1 cipolla grande
- 5 spicchi d'aglio
- 5 chiodi di garofano interi
- 1 litro di brodo vegetale
- 4 cucchiai di olio evo
- 2 cucchiai di succo di limone
- prezzemolo fresco
- panna da cucina
- sale e pepe nero qb

Pulire e tagliare le carote a pezzi di medie dimensioni, tagliare la cipolla a listarelle, pelare gli spicchi d'aglio. Scaldare l'olio in una casseruola, aggiungere cipolla, aglio, chiodi di garofano e carote e lasciar soffriggere per circa 5 minuti, finchè la cipolla non inizierà ad essere traslucida. Aggiungere il brodo bollente fino a coprire le verdure, eventualmente aggiungere il restante via via. Salare e lasciar cuocere per circa trenta minuti, finche le carote saranno morbide. A cottura ultimata rimuovere i chiodi di garofano e passare nel mixer fino ad ottenere una crema. Rimettere sul fuoco, aggiungere il succo di limone ed eventualmente altro brodo per renderla della giusta consistenza. Spegnere il fuoco, spolverare di pepe e servire aggiungendo un cucchiaio di panna da cucina e del prezzemolo fresco tritato per ogni scodella.

In certe varianti utilizzano il latte di cocco anzichè la panna, il sapore è diverso ma comunque buono. Io però lo preferisco con la panna, non si va a coprire il sapore dolciastro tipico della carota.



Lui biella, stantuffo, leva, muscoli, grinta, officina, sole
Lei, lei quiete, chitarra, vela, segreti, donna, calore, viole
Lui bar, alcool, nicotina, capelli indietro, cravatta, bici
Lei, lei rayon, lei signorina, la permanente coi ricci...

("Tango per due", F.Guccini )

Non ci ricorda qualcuno? 





lunedì 2 settembre 2013

IL CIELO D'IRLANDA

Il cielo d'Irlanda è un enorme cappello di pioggia
Il cielo d'Irlanda è un bambino che dorme sulla spiaggia
Il cielo d'Irlanda a volte fa il mondo in bianco e nero
Ma dopo un momento i colori li fa brillare più del vero...

Dal Donegal alle Isole Aran
E da Dublino fino al Connemara
Dovunque tu stia viaggiando con zingari o re
Il cielo d'Irlanda si muove con te
Il cielo d'Irlanda è dentro di te

Distese di campi


Dublino
Pint of Guinness
Piatto tipico
Irish Breakfast 
Beara Peninsula
Dursey Island
Dursey Island
Bagno nell'Oceano
Little Cheese Shop, Dingle
Pub a Dingle
Pub
Rainbow in Cloghane
Cloghane, Brandon Bay
Cloghane
Scogliere a Loop Head 
Loop Head's Grass

Scogliere

Scogliere
La forza dell'Oceano
Cliffs of Moher
Cliffs of Moher
Cliffs of Moher
"Viandante sul mare di nebbia"
Mucca in pigiama e infradito
Delfino a Doolin
Foche a Inisheer ( Isole Aran )

Il Burren


Si torna pieni di entusiasmo ed emozioni, con gli occhi il cuore e l'animo ripieni di immagini, sensazioni, odori, sapori, paesaggi, esperienze, sentimento, pieni di vita e forza. Scoprire il mondo non ha prezzo. Scoprirlo con la persona che si ama è la cosa più bella che ci sia, per tutto quello che provi e condividi. Mille di questi giorni. Sono felice. Abbiamo visto tanto verde, tantissimo cielo tutt'intorno, l'oceano con la sua forza e le sue onde possenti, milioni e milioni di mucche e pecore, a perdita d'occhio, abbiamo visto i colori cambiare velocemente, dal grigio all'azzurro, con la luce che mutava in un attimo ogni cosa, che regalava tinte impensabili. Abbiamo assaggiato di tutto,  sorriso e riso tanto, ci siamo sentiti minuscoli e allo stesso tempo immensi, come ciò che ci circondava. Abbiamo parlato con le persone, abbiamo respirato la loro pace, la loro serenità, con il tempo scandito lentamente, in modo da godere di ogni istante. Abbiamo visto i delfini saltare nell'oceano, quando meno ce l'aspettavamo. E siamo andati a conoscere le foche, dove pochi sanno che ci sono, curiose con le loro teste fuori dall'acqua. Abbiamo visto castelli e rovine, dolmen e cattedrali. Abbiamo visto il paesaggio cambiare continuamente attorno a noi, dalle città alle colline fino all'oceano, dai campi alle baie, dagli altipiani rocciosi alle imponenti scogliere. Ci siamo sentiti una cosa sola, fusi insieme tra di noi e con la Natura.

Io e Lui, una zingarata memorabile, la macchina, l'immancabile guida ( Lonely Planet, of course!! ), la valigia e tutto da decidere strada facendo. Con la testa piena di sogni, gli occhi pieni di immagini e il cuore pieno d'amore. 

sabato 13 luglio 2013

EMOZIONI DI MEZZA ESTATE

Il tempo si sposta pigro ma con una certa impercettibile fretta, scarta di lato senza che me ne accorga, mi lascia alle spalle una caterva di giorni che scandiscono lo scorrere di questa estate un po' sui generis, un'estate insolita nella quale ancora si stenta ad entrare. 
Riscopro il piacere di un bel libro da divorare, accantono piccoli progetti e li rimando a data da definirsi, adesso è caldo, l'estate è caratterizzata a suo modo da una sorta di letargo, dove nelle ore centrali del giorno ti muovi lento, sonnecchi in penombra riducendo gli sforzi al minimo. Godo del fresco rigenerante della notte che soffia dalla finestra diretto sul mio letto, penso nel buio della camera rischiarato dalla luce tenue della luna come se fossi un animale notturno. Questi giorni di silenzio mediatico hanno ospitato una breve vacanza rigenerante con Lui, dove tutto è stato perfetto e bellissimo, dove quei tasselli carichi di desiderio e aspettative che viaggiavano come vortici nella mia mente prima di partire si sono collocati esattamente dove dovevano collocarsi, portando gioia, relax ed emozioni che ancora ad occhi chiusi posso rivivere. Le emozioni. Cosa saremmo senza di loro? Senza i miei amati sogni e senza le emozioni -che fortunatamente spesso coincidono- mi sentirei sospesa in un quieto non vivere. E io voglio emozionarmi, sempre. Sentirmi viva con cose piccole o grandi. Come lo sguardo profondo dell'uomo che amo dritto nei miei occhi come se riuscisse a penetrarmi l'anima; come ricevere la mail di una nuova amica nel cuore della notte, leggerla tutta d'un fiato e immaginarmela di fronte anche se non ci siamo mai viste; come le parole di quella canzone di Guccini che ogni volta mi fanno venire le lacrime agli occhi; come il tocco del pelo di Nebbia tra le dita mentre lo sento abbandonarsi nella fiducia più totale, in quei momenti tutti nostri, solo nostri. E come le montagne nella loro maestosità, così imponenti da farmi sentire minuscola e nello stesso tempo parte di un qualcosa di più grande, di un qualcosa di immenso. Come i ricordi. Le vecchie foto. Come un sogno vivido che si confonde con la realtà. Come certi odori che sanno di cose perse nel tempo, che ci riportano alla semplicità di un modo di vivere che stiamo dimenticando ma che è bello riscoprire. Come la complicità di un'amicizia scoperta ad ottomila chilometri da qui, imprevedibile, inaspettata e quindi bellissima. E' anche grazie a tutto questo che io sono io, nel bene e nel male. 

Vi chiedo scusa se non sono stata presente, se non vi ho lette, se non ho cucinato. Se non ci sono stata insomma. Avevo bisogno di un po' di silenzio. Ci sono stati degli eventi che mi hanno "costretta" a riflettere molto, a fare delle considerazioni sulla morte e come ovvio rovescio della medaglia sulla vita e sul suo valore, il valore dei giorni che viviamo, a volte in maniera inconsapevole, come se non fossero nemmeno i nostri, come se fossero infiniti. Purtroppo o per fortuna infiniti non sono, devo ricordarmelo. E vivere, vivere sempre, attribuendo alle azioni, ai pensieri e alle emozioni il peso che meritano. 





venerdì 21 giugno 2013

PINZIMONIO d' ESTATE in CREMA PROFUMATA



Continuo ad immaginare il futuro, proietto i miei sogni in avanti allungando passi nei sentieri della mia mente che seguono quel percorso che ho disegnato. Prima erano sogni lontani, così lontani che riuscivo solo ad intuirne i contorni, erano una nuvola confusa e impalpabile seppur sempre nitidi nei miei pensieri. E invece adesso è come se li potessi toccare, come se si trovassero esattamente  nella giusta posizione al centro del mio vivere di oggi e fossero lì ad attendermi, pronti per essere vissuti e goduti. 
Quando ero piccola il mio sogno era diventare maestra d'asilo e avere una fattoria con tanti animali. Non sono diventata una maestra ma l'amore per gli animali è rimasto e si è ingrandito, assieme a quello per la Natura e  al desiderio di una casa nel verde e tanti bambini con i loro piccoli sorrisi ad illuminare la mia vita e quella del'uomo che amo. Sono felice di quello che ho, davvero. Ma vorrei tanto che quei progetti per i quali sto lavorando riuscissero a diventare realtà, che diventassero semplicemente la NOSTRA realtà. Perchè in fondo nonostante io sia una persona estremamente complicata, eccentrica e lunatica i miei sogni si nutrono di cose semplici, si nutrono di amore, di coccole, di casa, di carezze al cane, di piedi scalzi sull'erba, di disegni, libri e musica... di profumo di torta, risvegli abbracciati, di occhi verso il cielo... e ancora di gite, risate, vino buono, famiglia... Famiglia, sì. Famiglia.






Con questo caldo che finalmente è arrivato e la fiacca che ne consegue, voglia di cucinare zero... poche idee, poca fame, voglia di cose fresche. Ecco un'ideuzza per gustare tanta verdura cruda di stagione accompagnata da una gustosa crema di formaggio fresco resa profumata dall'utilizzo di erbe aromatiche e succo di limone. Un pieno di vitamine e poche calorie per questo antipasto estivo, ideale anche per accompagnare un aperitivo.

INGREDIENTI:

- 200 g di robiola
- 3 cucchiai di panna da cucina
- 3 cucchiai di succo di limone
- fogli di basilico e menta
- 1 ciuffo di prezzemolo
- pepe bianco
- 2 cucchiai di olio evo

- verdure crude fresche da pinzimonio ( carote, sedano, pomodori, insalata belga, carciofi... )

Mescolare energicamente la robiola con la panna fino a rendere il composto bello spumoso, aggiungere il succo di limone, l'olio e le erbe tritate fini, una leggera  macinata di pepe bianco, mescolare bene fino a rendere la salsa omogenea e servire accompagnata a verdure fresche crude.









lunedì 10 giugno 2013

BRUSCHETTE PRIMAVERA

Vedo passare un merlo che zampetta lesto, qualcosa nel becco che porterà al nido, e poi si alza in volo e scompare alla vista. Dintorno tante persone che si affrettano coi loro bagagli, qualcuno che si abbraccia, una mano che fruga nella borsa alla ricerca del telefono, un bacio romantico sullo scalino del vagone, lei ha un vestito a fiori che danza al ritmo del vento, un grande cappello di paglia e capelli rossi là sotto, con una mano sulla testa gli impedisce di volare via. Quel cappello che vorrebbe fare come il merlo, alzarsi in alto e librarsi nell'aria. Le ginocchia incrociate e lo sguardo sognante osservo il fuori seduta sul mio seggiolino, i rumori attutiti dai vetri doppi del finestrino, l'aria un po' spersa che mi caratterizza come se a volte non fossi dove sono ma dispersa negli infiniti viaggi della mia mente. Un fischio, clang di porte che si chiudono, valigie che scorrono di fianco a me nello stretto corridoio, gli annunci rumorosi dell'altoparlante. E lentamente via, in una corsa che si fa sempre più veloce, che lascia le case, gli edifici, il cemento e si perde nei campi, parallela alle strade che vengono nascoste dagli alberi, interrotte dallo scorrere di un fiume, buio totale per qualche secondo, per minuti a volte, fino ai miei occhi ai quali viene schiaffata di colpo e di nuovo la luce. E un cielo grandissimo tutto da osservare fin dove lo sguardo si perde e di un colore sempre diverso, attraverso l'Italia e le sue stagioni ogni volta diverse, ogni volta un paesaggio da scoprire anche se è sempre lo stesso. E tu che sei sempre più vicino e io lo sento, lo sento nel cuore e nei suoi battiti, lo sento nel mio respiro, lo sento nel benessere che mi pervade, nella frenesia che ho di appoggiare il piede su quella banchina, vederti, respirarti, stringerti e ricominciare finalmente a vivere. 




Questa ricetta l'ho trovata su Cucina Moderna, l'ho modificata un po' secondo i miei gusti e l'ho trovata davvero ottima come antipasto per una cena con la bella stagione. La differenza delle consistenze arricchisce il gusto di questi crostoni, dal croccante del pane alla scioglievolezza della burrata e di nuovo il croccantino del sedano crudo. Anche il nome è di mia fantasia, per evocare una primavera che quest'anno non c'è stata. 

INGREDIENTI:
( per 4 bruschette grandi o 8 piccole )

- 4 fette di pane casereccio ( meglio se un po' raffermo )
-  una decina di pomodorini pachino
- 100 g di burrata
- 20 g di rucola
- un pezzetto di cuore di sedano
- 1 cucchiaio di succo di limone
- sale
- pepe bianco in grani
- olio evo


Tritare finemente la rucola e il sedano, salare e pepare
( pepe bianco macinato al momento ), aggiungere il succo di limone e due cucchiai d'olio, mescolare bene il trito. Tostare in forno il pane che avrete tagliato bello alto ( se preferite piccole bruschette tagliate a metà le fette ) per qualche minuto, deve diventare solamente croccante. Tirare fuori dal forno, tagliare a fettine i pomodorini e distribuirli sulle fette di pane, adagiarvi sopra uno strato di burrata e infine il trito di rucola e sedano. Servire subito.


E ancora mi innamora 
E mi fa sospirare così
Adesso e per quando tornerà l'incanto

("Ovunque proteggi", Vinicio Capossela )




domenica 2 giugno 2013

CAPRESE QUINOA



L'altra sera io e Lui portavamo a spasso Nebbia, l'aria era tiepida, niente pioggia, si camminava mano nella mano ridendo e parlando un po', ma più che altro ognuno ascoltava serenamente i propri pensieri e il silenzio della notte, rotto solo dal passaggio di qualche auto, dall'abbaiare di un cane, da un portone che si chiudeva. Abbiamo passeggiato per le stradine dietro casa mia, un quartiere che è quasi paese perchè le case son basse, terratetti o piccole villette col giardino, tanti alberi e poco più in là i campi e una strada che porta alle colline. E ancora è piacevole notare le botteghe - certo, molte meno di quando ero piccola - la gente che sta seduta a mangiare il gelato sulle panchine, la vita che scorre a ritmi umani, salutarsi al mattino quando portiamo a spasso i cani e le signore anziane vanno a fare la spesa, sempre le stesse facce che vedo ogni giorno e che mi danno sicurezza. Camminavamo insomma per una stradina senza sfondo che serpeggia un po' e poi si interrompe, termina in uno spiazzo nel verde davanti ad una villa col giardino enorme ed un cane che non si dà pace al nostro passaggio. E ci mettiamo lì ad osservare il buio che qui è totale e rischiarato solo dalla luce della luna e delle stelle che si riflette nelle pozzanghere lasciate dalla pioggia. Ma non sono solo loro ad illuminare la notte, siamo circondati da centinaia di piccole lucciole, disseminate ovunque tra le piante, tutto intorno a noi. Quanto tempo che non le vedevo! Ricordo che quando ero piccola d'estate ce n'erano tantissime ma col passare degli anni ne vedevo sempre meno finchè mi è capitato davvero di rado di vederle. E invece eccole, numerosissime proprio a due passi da casa. Che suggestione, sembrava davvero di essere in un altro mondo, un mondo lontano dal caos e dallo sporco, come se fossimo in un bosco fatato. Mentre Nebbia pascolava beato siamo stati in silenzio ad osservare quella meraviglia.






Ai primi raggi di un sole che ieri a Firenze scaldava davvero, mi è subito venuta voglia di un piatto fresco che richiamasse i sapori dell'estate. Questa insalata caprese con quinoa può essere servita come antipasto in bicchierini o ciotoline come ho fatto io, oppure mangiata come piatto unico alla stregua di un'insalata di riso o di una panzanella. Sicuramente molto leggera e con ingredienti freschissimi.


INGREDIENTI:
( per 4 persone )

- 250 g di quinoa
- pomodori ciliegino
- mozzarella ( o mozzarelline ciliegia )
- basilico fresco
- olio evo
- pepe nero in grani

Lasciare a mollo in acqua la quinoa per almeno 15 minuti per eliminare la saponina, sciacquare sotto l'acqua mediante un colino a maglie fitte; portare ad ebollizione acqua salata in un pentola e cuocere la quinoa per circa 15 minuti. Scolare con il colino a maglie fitte e lasciar raffreddare. Condire con pomodorini e mozzarella tagliati a dadini ( o le mozzarelline ciliegia intere ), basilico fresco, olio evo di buona qualità e una macinata di pepe nero. 

"Alturas", Inti illimani
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